A Carrara, alla “Covetta”, va in scena una partita che vale un’intera stagione. Monti e Poveromo si giocano più di una semplice vittoria, e sanno che tutto quello fatto fino ad ora non conta nulla, oggi conta solo vincere.
Confronto fra squadre alla pari, con il Monti che, in virtù del secondo posto conquistato in campionato, parte con il favore di due risultati su tre: la vittoria, e il pareggio dopo i 90 minuti regolamentari e i due tempi supplementari.
Nel primo tempo succede poco nulla: le squadre vivono un’intensa fase di studio, attente a non sbilanciarsi troppo nei minuti iniziali della partita poiché un gol potrebbe risultare fatale ad entrambe. Da subito si vede come entrambe hanno impostato la partita: il Poveromo prova a creare, il Monti recupera e riparte in contropiede, forte della velocità dei suoi attaccanti. 0-0 all’intervallo.
Il secondo tempo, nella prima metà, è la fotocopia del primo: il Monti attento in difesa, il Poveromo alla ricerca dell’azione da gol. Poi, l’episodio che “spezza” la partita: Bertolucci va via sulla fascia e supera Luccini, che con un contrasto ingenuo lo stende in area: nessun dubbio per il direttore di gara, l’ottimo Falzone della Sezione di Firenze, che assegna il calcio di rigore al Poveromo.
Calcio di rigore sbagliato. Già, perché a volte i sogni sono fatti per essere realizzati, e forse il segnale potrebbe essere quel pallone che esce larghissimo, rimbalza sul muro di recinzione oltre la linea di fondo, e torna in campo, tra l’esultanza dei giocatori e dei sostenitori del Monti.
Non molla però la squadra massese, ora più che mai alla ricerca del vantaggio decisivo, anche se il tempo stringe. 4 minuti di recupero, e poi saranno supplementari. Palla in area, ricacciata indietro dalla difesa del Monti, poi ributtata dentro, distrazione difensiva, e Bellè si trova a tu per tu con Santini, ultimo baluardo. Tiro, fiato trattenuto, e poi, dopo un istante che sembra infinito, Santini si rialza da terra con il pallone in mano, dopo una parata strepitosa. E’ un altro tassello del sogno che si realizza, mancano solamente i 30 minuti supplementari.
Fiato corto per entrambe le squadre, forse più stanco il Monti. Dalla tribuna i tifosi se ne accorgono e iniziano a tifare come mai prima, cantando, suonando le trombe da stadio, creando un’atmosfera da ben altra categoria. E il primo tempo supplementare se ne va, con una lentezza tale da sembrare infinito.
C’è un momento, nel calcio, nel quale forse capisci che una partita non va come vorresti, e non riesci a far niente per cambiarla. Il momento nel quale non ti vuoi arrendere, ma non trovi nemmeno gli appigli per continuare a lottare. Il momento nel quale saltano i nervi, dove non ti controlli più. Il secondo tempo supplementare di Monti-Poveromo, per questi ultimi, è quel momento.
In un quarto d’ora, la partita esplode letteralmente. In rapida successione, sono fozati ad abbandonare il terreno di gioco Biasi per somma di ammonizioni, Pucci per proteste (da censurare il teatrino nel quale lui insegue il direttore di gara e 4 compagni devono trattenerlo e portarlo fuori) e Aliboni per una rissa sfiorata con Ture, anch’egli espulso.
Il rosso diretto a Ciuffi, un paio di minuti dopo, è in quell’istante la caduta dell’ultimo muro del Poveromo, costretto a prendere con le mani un pallone fuori area per evitare danni peggiori. 10 contro 7 a favore del Monti, quattro i minuti di recupero ancora da giocare. Un sogno che prende forma, in campo come in tribuna.
Ma il calcio è strano.
La palla è nella lunetta del calcio d’angolo, batte il Poveromo. La partita è veramente agli sgoccioli, qualcuno dalla tribuna urla “E’ finita!”, ma manca ancora una manciata di secondi. Giusto il tempo di quel calcio d’angolo, poi per il Monti il sogno diventerà realtà. Il Poveromo è con tutti i suoi 7 effettivi nell’area dei dragoni lunigianesi, alla disperata ricerca del gol.
Parte il pallone, traiettoria a rientrare sul primo palo. La lentezza di questo cross, seppur nella sua velocità, è tale da rendere possibile l’accorgersi di qualcosa che non va: sono saltate le marcature in area. Così come salta Pezzanera, e impatta con il pallone.
L’urlo, il fischio, Santini battuto. 0-1. Al 124’.
Nella bolgia finale dell’esultanza orange, il triplice fischio del direttore di gara, a sancire la fine della partita, beffarda, proprio dopo il gol decisivo.
L’immagine che resterà di questa partita è quella dei giocatori del Poveromo che si arrampicano sulla recinzione per esultare con i propri tifosi (qualcuno per zittire la tifoseria del Monti, ma spesso l’intelligenza è dono raro), increduli di una vittoria insperata, arrivata all’ultimo respiro, all’ultimo pallone. Dall’altro lato, Santini e Olivieri, seduti nella propria area di rigore con un volto che rasenta la disperazione, sono l’emblema dello stato d’animo del Monti.
C’è un momento, nel calcio, nel quale capisci che una partita non è andata come volevi, ma non puoi più far nulla per cambiarla. Il momento nel quale non vuoi abbandonare il sogno che hai coltivato fino a quel momento, ma sei forzato a farlo. Il momento in cui quel sogno si trasforma nel peggiore degli incubi. Al 124’.